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Anche Gandhi, oggi, avrebbe inviato armi all'Ucraina?

         “In No alla guerra ma le armi vanno inviate (La Stampa, 6.3.22) il teologo Vito Mancuso aveva arruolato, a favore dell’invio di armi all’Ucraina, addirittura Gandhi. La sua riflessione impiantava il problema, sostanzialmente, nei soliti termini dicotomici di scelta tra aiuto militare e nessun aiuto concreto. Evitava, cioè, la domanda fondamentale: se esistano altri modi possibili per sostenere un popolo invaso.      Il che, nel caso in cui si citi il maestro della nonviolenza, dovrebbe essere, a mio parere, proprio la prima domanda. Invece, in linea con il comune pensiero non-nonviolento , Mancuso cercava argomenti che giustificassero il ricorso alla violenza (ovviamente, violenza di difesa). In quest'ottica, egli citava il ben noto passo di Gandhi in cui, appunto per chiarire il dovere, in certi casi perfino di uccidere, viene ipotizzato il caso di un pazzo, cioè di una persona con cui non si riescano a trovare modi di interazione intell...

Pace a Gaza: Manifestazione a Roma per obiettare alla guerra.


 
     Il Movimento Nonviolento aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale "Cessate il fuoco!" del 9 marzo a Roma, promossa dalla coalizione AssisiPaceGiusta.
La diplomazia e' immobile, il diritto internazionale non ha voce, l'Onu e' paralizzata, mentre la strage di civili sembra non avere fine e l'aggressivita' bellicista pare ormai fuori controllo.
"Basta, fermatevi", e' il grido che viene dalle vittime e dai popoli che vogliono la pace.
A Gaza e' in atto una strage di civili, un massacro, una pulizia etnica; crimini di guerra perpetrati dal governo e dall'esercito di Israele, dopo anni di apartheid, occupazione, repressione, hanno spento speranze di pace e liberta'. In quella striscia di terra, diventata una prigione a cielo aperto e una caserma nel sottosuolo, oggi ci sono solo cumuli di macerie e la popolazione e' braccata. Stiamo assistendo ad una crisi umanitaria di proporzioni enormi, non possiamo tacere.
        Il criminale atto terroristico del 7 ottobre messo in atto da Hamas contro lo Stato di Israele, "nazione del popolo ebraico", ha acceso la miccia di una violenza senza precedenti nella regione. Violenza chiama violenza, e la moltiplica fino a che diventa inarrestabile.
Prima che sia troppo tardi bisogna imporre un "cessate il fuoco" a tutte le parti in causa.
La popolazione civile di Gaza e' vittima della violenza israeliana, e ostaggio della violenza di Hamas. Due terrorismi che vogliono eliminarsi a vicenda, ma che al contrario si autoalimentano.
 La priorita' in questo momento e' garantire l'assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza.
Per fermare tutto questo, per ottenere la liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas e creare le condizioni per la convocazione di una Conferenza internazionale per la pace e giustizia in Medio Oriente, la fine dell'occupazione e il riconoscimento dello stato di Palestina sulla base delle risoluzioni Onu, per garantire la sicurezza ad Israele, e' necessario il Cessate il fuoco, ora, subito.
Ognuno deve fare la sua parte, quel che puo', senza cedere al senso di impotenza.

  
    Il virus della violenza è contagioso, la crisi che ha colpito la "terra santa" (ora terra martoriata) allarga la guerra già in atto in Ucraina, la crisi nel Mar Rosso e avvicina lo spettro di uno scontro militare globale. E' il frutto avvelenato della corsa al riarmo dei decenni precedenti.
   Noi, da parte nostra, rilanciamo la Campagna di Obiezione alla guerra per sostenere gli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva di tutte le parti, russi, bielorussi, ucraini, israeliani e oppositori nonviolenti palestinesi: gli unici che già oggi si sottraggono alla follia collettiva, che dialogano tra di loro prefigurando i "gruppi misti" della futura convivenza pacifica necessaria.
Per il disarmo e la nonviolenza lavoriamo ogni giorno, e il 9 marzo saremo (siamo stati) in piazza con tutte le donne e gli uomini di buona volontà  che cercano vie di pace.

Movimento Nonviolento italiano

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