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Flotilla, un'azione nonviolenta

       "Ho tenuto per otto anni, presso l’Università di Palermo, un Laboratorio di Teoria e pratica della nonviolenza (di 3 CFU), tenendo anche specifici corsi per le Forze dell’Ordine, e ho svolto e continuo a svolgere, sia in questo ambito sia nel mio specifico settore scientifico-disciplinare (Lingua e letteratura greca), attività didattica e di ricerca legata alle tematiche della gestione nonviolenta dei conflitti, odierna e nella storia.      Sono anche iscritto al Movimento Nonviolento (associazione fondata nel 1962 da Aldo Capitini) e sono co-fondatore del suo Centro territoriale di Palermo. Ho manifestato per decenni a favore dell’autodeterminazione della Palestina oppressa dal terrorismo di Stato israeliano e ho sempre immediatamente condannato tutti gli atti terroristici provenienti dal fronte opposto e particolarmente quello che si è espresso il 7 ottobre 2023. L’attuale iniziativa internazionale della Flotilla, finalizzata a superare, con m...

Corsa al riarmo: pericolosissima e inutile

       "Dopo la vittoria di Trump si stanno manifestando, in maniera tanto virulenta e radicalizzata quanto confusa e disorientata, posizioni che si intrecciano trasversalmente, rispetto alla guerra in Ucraina (e ai conflitti armati in generale), nei diversi schieramenti politici. 
      Tuttavia sia chi ha sostenuto che era impossibile una vittoria ucraina sui russi e bisognava essere prudenti, se non proprio negare, aiuti militari a Kiev (Lega, M5s) sia coloro i quali (quasi tutte le altre forze politiche) hanno puntato a un sostegno militare del governo di Zelensky, “fino alla vittoria”, poggiano su un preciso e condiviso assunto ideologico: è la forza militare dei paesi, la sua capacità di scatenarsi in guerra, che determina il predominio di qualsivoglia scelta politica. “Quante divisioni ha il papa?”, chiese Stalin, a Yalta; oggi i governanti europei si stanno affrettando, ognuno per sé, a darci i loro sconsiderati numeri. 

     Aung San Suu Kyi diceva: “Se si vuole la democrazia, bisogna incarnarne i principi; bisogna essere coerenti in politica. Se si vuole cambiare un sistema in cui la forza è lecita, allora devi dimostrare che il lecito è forza. Non si può utilizzare la forza per affermare ciò che si ritiene lecito e poi insistere che il lecito è la forza. Non si inganna la gente in questa maniera”.

     La leader birmana ribadiva, durante la lotta ai feroci e ottusi generali golpisti, quel rapporto strettissimo tra mezzi e fine su cui Gandhi aveva costruito la sua azione politica e la scelta della nonviolenza. I soggetti, quelli sinceramente democratici, in Italia, e in Europa, che si stanno dissennatamente schierando per uno spaventoso e pericolosissimo riarmo, funzionale a regolare con la guerra ogni conflittuale rapporto internazionale, non possono avere smarrito completamente la terribile lezione di ottant’anni di dopoguerra e gettare nel cestino il lascito fondamentale della nostra Costituzione, i valori sui quali è nata l’Europa unita e i pilastri sui quali è stata costruita l’Onu che nel suo Preambolo indicava chiaramente  (continua qui)"

Mimmo Cortese 


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