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Proposta di dialogo agli amici palestinesi (ma anche ebrei) che vivono a Palermo...

     "Nel 1986, a 14 anni, Suleiman Khatib, dopo avere ferito due israeliani, viene rinchiuso nel carcere minorile di Hebron, dove «l’uso della tortura era all’ordine del giorno: picchiare i prigionieri, spruzzare gas lacrimogeni nelle celle e spogliarli violentemente erano all’ordine del giorno – e questa era una prigione per bambini»; lì, attraverso la pratica dello sciopero della fame, scopre l’efficacia della lotta nonviolenta. Poi, in un altro carcere, ha la possibilità di leggere molto, anche sulla storia del popolo ebraico, rendendosi conto che «il conflitto ha molteplici narrazioni, per entrambi i nostri popoli», e che aveva sbagliato a identificare il nemico: «pensavo fosse il popolo ebraico, ma mi sbagliavo. Invece, abbiamo nemici comuni: odio, paura e traumi collettivi»[1]. Legge anche Gandhi e Mandela (di cui ritiene esemplare la Commissione per la Verità e la Riconciliazione). Nel 1997 viene scarcerato e si impegna per la pace. Qui di seguito riassumerò e com...

La coscienza dice NO alla guerra

       "La cinquantina di guerre attualmente in corso sulla faccia della Terra possono provocare o assuefazione (ed è ciò che avviene nella maggioranza degli esseri umani non coinvolti direttamente) o sconforto emotivo (ed è ciò che avviene in sparute minoranze di persone più sensibili). Ma è possibile un terzo tipo di reazione, combinato disposto di lucidità mentale e di sincera compassione per la sofferenza dei viventi: attrezzarsi per una gestione nonviolenta dei conflitti in atto e, soprattutto, per prevenire gli imminenti.

Cosa significa davvero gestione nonviolenta di un conflitto? E’ una via praticabile o un sogno irrealizzabile? Ci sono precedenti storici convincenti? Cosa può fare il cittadino “comune” per condizionare le scelte politiche dei governi nazionali?

     A queste e altre domande risponde l’ultimo, corposo, dei quaderni “Satyāgraha” (pubblicati da anni dal Centro Gandhi di Pisa) intitolato La coscienza dice no alla guerra. Per un rilancio dell’obiezione di coscienza e per una nuova idea di difesa, a cura di E. Sanfilippo e A. C. Raineri, pp. 190, euro 20,00) che verrà presentato nei prossimi giorni a Napoli il 19 maggio, a Veroli (FR) il 20 maggio, a Roma il 21 maggio, a Trento il  23 maggio, a Bolzano il 26 maggio, a San Gimignano (SI) il  28 maggio, a Pisa il 30 maggio, a Ivrea (TO) il 3 giugno, a Castellazzo Novarese (NO) il 4 giugno, a Torino il 5 giugno e a Busca (CN) il 6 Giugno.
(per i dettagli sui luoghi delle presentazioni e per l'acquisto del libro: com.arcadishantidas@libero.it)

       Come indicato da titolo e sottotitolo, la chiave di lettura del volume monografico è l’obiezione di coscienza al servizio militare che ha (come ricorda già nella Prefazione Alex Zanotelli) una storia antica almeno duemila anni: “Noi cristiani abbiamo tradito il vangelo di Gesù. Eppure, le prime comunità cristiane per ben tre secoli praticarono la nonviolenza di Gesù, pagando con la morte il loro rifiuto di entrare nelle legioni romane. Ed hanno messo in profonda crisi l’Impero Romano” (p. 8). Dall’imperatore Costantino in poi, invece, le Chiese (con poche eccezioni) hanno benedetto gli eserciti perfino di cristiani contro cristiani, come sta avvenendo in Russia ed Ucraina."

Augusto Cavadi

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