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Goffredo Fofi: resistere, studiare, fare rete...

        "Goffredo è stato un intellettuale “rompi coglioni” (sua la definizione), anzi di questo necessario “dare fastidio”, ne faceva proprio una teoria. Aveva elaborato i quattro punti necessari per essere una minoranza attiva ed efficace. “Resistere. Studiare. Fare rete. Rompere le scatole”. Con le sue riviste, fondamentali per la storia dei movimenti critici italiani (Quaderni Piacentini, La Terra vista dalla Luna, Ombre rosse, Linea d’ombra, Lo straniero, Gli Asini), ha messo in atto questo suo programma, che era il programma della sua vita personale: ha studiato, ha fatto rete, ha resistito, e ha rotto lo scatole al sistema… Goffredo Fofi, era un figlio spirituale di Aldo Capitini, uno dei giovani che si sono formati ai suoi insegnamenti (con Pietro Pinna, Daniele Lugli, Alberto Tomiolo, altri) e che poi per tutta la vita l’hanno considerato “maestro e compagno”. Fu proprio Aldo Capitini ad indirizzare l’allora diciottenne Goffredo da Danilo Dolci, in Sicilia, ...

4 novembre: la Pace non si fa con gli eserciti

        La mattina del 4 novembre, a Palermo, a Piazza Vittorio Veneto, alcune persone aderenti o simpatizzanti al Movimento Nonviolento italiano sono state presenti, individualmente, all’alzabandiera e alla cerimonia in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Alcuni hanno portato con sé la bandiera del Movimento Nonviolento, altri cartelli con le scritte: “Restiamo umani: la Pace si fa con la nonviolenza e non con le armi da guerra” e “In vista della Pace, gli eserciti sono il problema e non la soluzione”.
      Membri delle Forze dell’ordine sono immediatamente intervenuti intimando ai singoli di non mostrare i cartelli e le bandiere. Si è a questo punto aperta una discussione con gli agenti in merito alla legittimità dell’espressione di pensiero dei singoli, discussione che con alcuni agenti è stata più brusca, mentre con altri si è intavolata una dialettica pacata sui temi della guerra e delle risposte armate ai conflitti. 
     Purtroppo un passante ha definito ‘putiniano’ una persona del movimento nonviolento e un altro ha tentato di strappare un cartello, senza che gli agenti, che avevano già preso le generalità dei singoli presenti con bandiera o cartello, intervenissero per riprendere il gesto violento del passante e ne chiedessero i documenti. Altri passanti hanno guardato i cartelli con cenni di approvazione e una ragazzina li ha fotografati. Pur se le persone  con bandiera nonviolenta o cartello sono state allontanate dal centro della piazza e i cartelli in qualche misura celati dalla costante vicinanza degli agenti, scritte e bandiere sono rimaste esposte per tutta la durata dell’evento.
      L’auspicio degli aderenti al Movimento Nonviolento palermitano, nel buio di questo tempo segnato da un pericoloso ritorno militarista e bellicista, è di tenere accesa la candela della nonviolenza, perché si possa “rimanere umani” e ci si impegni a risolvere i conflitti senza ricorrere alla guerra, ‘inutile strage’.
 




Commenti

  1. Un dettaglio: il 'signore' che ha strappato il cartello ha commentato "Visto che loro (la polizia) non lo può fare, lo faccio io" . Poiché l'agente silente in questione ha definito 'provocatoria' la nostra presenza in quella piazza e a quell'ora, la sua astensione dall'intervenire è stata ragionevolmente causata dalla condivisione delle motivazioni del 'signor' passante (un 'milite ignoto' più propenso ad applaudire chi va in guerra che a recarvisi).

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