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La nonviolenza di Leone XIV

       "Per tre volte ha voluto richiamare ed insistere sul concetto di nonviolenza. Il Pontificato di Papa Leone si è aperto nel segno della ricerca di vie di pace: “c’è troppa violenza nel mondo, nelle società”. In continuità con Papa Francesco, la scelta della nonviolenza viene indicata come strada privilegiata e ineludibile: - “La nonviolenza come metodo e stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, relazioni, azioni” è il primo passo che Leone ci invita a fare; - “I giovani hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento” è la seconda motivazione che ci viene offerta; - “Quando coloro che hanno subito ingiustizia e violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace” è il terzo fondamento di questo percorso di pensiero e azione. Oggi chi resiste alla tentazione della violenza, a Gaza come in Ucraina, tra le vittime dell’ingiusta occupazione e...

Riprendiamo l'impegno per la Pace nella Giustizia...

        Rieccoci. Ci scusiamo per il silenzio nel blog in questi mesi. In verità anche in estate il gruppo del Movimento nonviolento di Palermo ha continuato a impegnarsi sui grandi temi della Pace e della Giustizia, ma non ne ha dato visibilità e comunicazione, ahimè...
     Riprendiamo le pubblicazioni nel blog, che speriamo di tenere da ora in poi vivo e aggiornato.
    Iniziamo proponendo le riflessioni di Augusto già presenti nel suo blog, qui, riflessioni che invitiamo a leggere e che iniziano così:
"Le vacanze sono vacanze, lo capisco. Ma è intelligente passarle solo per non pensare, anziché anche per fare il punto sulla nostra vita, approfittando di una sospensione momentanea dei ritmi ossessivi quotidiani?  Sulla nostra vita: intendo di ciascuno/a di noi, intendo anche di noi come umanità. Ci rendiamo conto che suoniamo, cantiamo e balliamo su un Titanic in rotta di collisione con la Terza – e ultima – guerra mondiale?  Ma davvero non ci siamo convinti che con Putin e Zelensky, con Biden e Von der Leyen (per non parlare degli attori non-protagonisti e delle comparse) siamo a un passo dalla catastrofe?
    So la risposta sincera dei migliori fra noi (so anche quella dei peggiori, ma non m’interessa): “Che ci posso fare, io?”.
Già, che può fare ognuno/a di noi? Nulla (o quasi) e tutto (o quasi).
Isolatamente possiamo fare nulla, o quasi nulla.
Aggregandoci ad altre persone, sole come noi ma come noi non rassegnate, possiamo fare tutto, o quasi tutto.
     In ogni città italiana – per ora non voglio alzare lo sguardo più in là – c’è un centro, una sede, una delegazione, una sezione, un circolo di qualche organizzazione nazionale o internazionale impegnata attivamente contro la guerra: un partito politico o un sindacato o un movimento o un’associazione…Nessuna di queste organizzazioni  è perfetta, d’accordo. E allora? Sono forse prive di difetti le organizzazioni fondate su ideologie militariste, guerrafondaie, colonialiste, imperialiste? Quando la casa brucia, si ricorre a ogni riserva d’acqua disponibile.
Basta fare un giro in internet per trovare decine di aggregazioni che da decenni lavorano non solo “contro” i conflitti bellici ma, soprattutto, “per” la pace, per la gestione nonviolenta dei conflitti, per diminuire le sperequazioni  fra popolo e popolo, fra strati sociali all’interno dello stesso popolo, fra individui all’interno dello stesso strato sociale (dipendentemente dal livello di onestà o di corruzione in cui ognuno di essi svolge il proprio lavoro). 
     Se qualcuno non ha la pazienza per navigare in rete può consultare le pagine che nel volumetto di Andrea Cozzo, La nonviolenza oltre i pregiudizi. Cose da sapere prima di condividerla o rifiutarla, sono dedicate a una schematica presentazione dei principali gruppi attualmente operanti in Italia: il Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini), il MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), PeaceLink, la Comunità dell’Arca (fondata dal gandhiano Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto), Pax Christi, UPP (Un Ponte Per), Operazione Colomba (Corpo Nonviolento di pace), Rete italiana per la pace e il disarmo, Centro Studio Sereno Regis, Centro Gandhi. Se siamo onesti con noi stessi, non abbiamo scampo: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Queste e simili organizzazioni hanno bisogno di soldi, ma soprattutto di persone che dedichino tempo, energie, idee: nessuno, se ha capito la gravità del passaggio storico che stiamo attraversando, può tirarsi fuori per falsa umiltà. (...)

Augusto Cavadi, da qui  oppure da qui
   

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