Passa ai contenuti principali

In primo piano

Anche Gandhi, oggi, avrebbe inviato armi all'Ucraina?

         “In No alla guerra ma le armi vanno inviate (La Stampa, 6.3.22) il teologo Vito Mancuso aveva arruolato, a favore dell’invio di armi all’Ucraina, addirittura Gandhi. La sua riflessione impiantava il problema, sostanzialmente, nei soliti termini dicotomici di scelta tra aiuto militare e nessun aiuto concreto. Evitava, cioè, la domanda fondamentale: se esistano altri modi possibili per sostenere un popolo invaso.      Il che, nel caso in cui si citi il maestro della nonviolenza, dovrebbe essere, a mio parere, proprio la prima domanda. Invece, in linea con il comune pensiero non-nonviolento , Mancuso cercava argomenti che giustificassero il ricorso alla violenza (ovviamente, violenza di difesa). In quest'ottica, egli citava il ben noto passo di Gandhi in cui, appunto per chiarire il dovere, in certi casi perfino di uccidere, viene ipotizzato il caso di un pazzo, cioè di una persona con cui non si riescano a trovare modi di interazione intell...

4 novembre, non festa ma lutto...

       Il 4 novembre, celebrazione dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, è un giorno per riflettere sulle sofferenze e le immense perdite umane causate dalla prima guerra mondiale, un conflitto che fu definito dal Papa di allora come "inutile strage". 
     Il 4 novembre del 2024 noi vogliamo onorare tutti coloro che morirono a causa di quella guerra, che fece strage di più di 10 milioni di persone, così simile alle stragi che si stanno consumando oggi nella guerra fra Russia e Ucraina e nel conflitto israelo-palestinese. 
     Nessun obiettivo militare dall'una e dall'altra parte giustifica più la continuazione della guerra, nulla di sensato può giustificare quanto sta accadendo in quelle terre. Oggi la priorità assoluta è il "Cessate il fuoco!" per salvare vite.
    La prima guerra mondiale, che per l'Italia si è protratta dal 1915 al 1918, fu un capitolo oscuro nella storia nazionale e del mondo intero. I soldati italiani, insieme a milioni di altri combattenti, furono travolti dalla brutalità della guerra nelle trincee, vivendo in condizioni disumane, sperimentando la fame, le malattie e l'orrore costante del conflitto. Comandanti fanatici diretti da spietati governanti imposero sacrifici insensati. Le famiglie italiane subirono un dolore insopportabile mentre le notizie della perdita di vita dei loro cari giungevano a casa. Intere comunità  furono devastate dalle morti e dai lutti che accompagnavano la guerra. Nei diari che giungevano dal fronte il re e i ministri di allora venivano maledetti. Tante lettere non giunsero mai alle famiglie perché censurate.
     Chi disobbediva all'ordine di compiere gli assalti, anche i più insensati, veniva fucilato. Questa fu la realtà di quella guerra che ancora oggi viene censurata durante le celebrazioni ufficiali del 4 novembre.
Il sonno della ragione genera mostri. Basta guerre, basta terrorismi, basta genocidi!
    Onoriamo la memoria di coloro che furono vittime della perdita della ragione ieri come le vittime della perdita di ragione di oggi. E onoriamo tutti coloro che cercarono e cercano di sottrarsi dalla follia bellica: gli obiettori di coscienza, i disertori, i renitenti alla leva di ieri e di oggi.
      Un filo di speranza collega la prima guerra mondiale alle guerre che insanguinano il mondo odierno: sono tutti coloro che hanno rifiutato divisa e fucile, eserciti e armi, che già lavorano per la pace e la riconciliazione. Siamo in tanti anche se l'informazione militarizzata ci cancella, oscura, censura.
      La memoria della prima guerra mondiale serva come monito contro la follia della guerra e la giornata del 4 novembre sia l'occasione per attuare l'articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra. C’è chi lo fa ogni giorno....

Appello del Movimento Nonviolento, Peacelink, "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Commenti

Post più popolari