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4 Novembre, non festa ma lutto...

          Anche quest'anno in occasione del 4 novembre, festa delle Forze Armate, istituzioni e apparati militari si preparano ad esaltare la guerra e il militarismo secondo la narrazione della  "vittoria" della Prima Guerra Mondiale, una “inutile strage”  il cui bilancio finale per l’Italia fu di oltre 650.000 soldati uccisi e più di un milione feriti, dei quali molti con gravi mutilazioni.          A questi si aggiunsero più di 600.000 vittime civili a causa di bombardamenti e occupazioni militari, carestie ed epidemie. La maggior parte delle vittime erano contadini ed analfabeti esclusi dal diritto di voto e obbligati a farsi ammazzare o a uccidere nemici che non conoscevano, da un governo che li considerava solo carne da cannone. La guerra non risolse i problemi dell’Italia, anzi ne creò di nuovi e favorì l’avvento del fascismo. Anche l’Europa di allora si trovò davanti a conseguenze terribili, crisi economiche e sociali, c...

Suicidi e diserzioni: molti soldati israeliani dicono no alla guerra...

Sarebbero ormai più della metà i riservisti che non vogliono tornare al fronte. Per motivi etici, perché non vedono più obiettivi reali, per sfiducia nelle istituzioni. Ma anche perché distrutti.

"Ultimo in ordine di tempo è stato il giovane paracadutista Dan Mandel Phillipson, che si è sparato durante un periodo di addestramento in una base nel sud di Israele ed è morto in ospedale pochi giorni dopo. Prima di lui il riservista Daniel Edri si era dato fuoco in un bosco nei pressi della città di Safad dopo aver trascorso un lungo periodo di servizio a Gaza. «Dopo quello che aveva visto non riusciva a liberarsi da un terribile tormento interiore», ha spiegato sua madre alla tv israeliana. Dai primi di luglio, in appena due settimane, sono già quattro i soldati dell’Idf (le Forze di difesa israeliane) che si sono tolti la vita. Quello dei suicidi nell’esercito – ben diciannove dall’inizio di quest’anno, il numero più alto di sempre – è un fenomeno spesso taciuto o minimizzato che si unisce all’aumento allarmante delle diserzioni determinando una vera e propria emergenza. Non una falla tecnica o strategica ma una profonda perdita di fiducia negli apparati dello Stato. Le operazioni in corso a Gaza ormai da quasi due anni e la conseguente catastrofe umanitaria stanno facendo vacillare il morale dei soldati aggravando la grave spaccatura interna alla società israeliana. 

Ma i numeri raccontano solo una parte della storia.          Qui l'articolo su Avvenire, 25.7.25)

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