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La guerra non è inevitabile, è una evitabile scelta umana

      Ineluttabile. Ecco la parola che si sta insinuando, silenziosa e vischiosa, nei nostri pensieri. Prima come una paura indistinta, poi come dubbio sussurrato nei discorsi, infine come una certezza cupa che ci sembra ragionevole accettare: «La guerra è inevitabile». È questo il virus che sta infettando le nostre coscienze.       Lo si dice sottovoce, tra una sigaretta e un caffè: «Hai visto? Sta succedendo di nuovo…». «Eh, temo proprio di sì», risponde l’altro. E quel cenno, quel consenso mormorato, è il primo mattone di una resa.       Poi, alla conversazione successiva, la voce si alza, l’opinione si fa posizione, e la posizione si trasforma in fatalismo cinico. Ed ecco che la guerra – qualunque guerra – smette di essere una tragedia e diventa un destino. Ma la guerra non è un destino. È una scelta.      Una scelta folle, costruita giorno dopo giorno, passo dopo passo, comportamento dopo comportamento. Lo ha ricordato, co...

Alexander, il volto della Russia che dice no alla guerra

Alexander Belik
     "L’altra Russia che si rifiuta di imbracciare le armi c’è. Ed ha il volto del 25enne Alexander Belik, coordinatore del Movimento degli obiettori di coscienza russi, che lo scorso 28 marzo è fuggito in Estonia per via della sua opposizione politica e antimilitarista al regime di Putin, ma il governo locale a cui ha chiesto protezione continua a ritardare il suo riconoscimento come rifugiato politico. Belik è intervenuto a Roma durante una conferenza stampa promossa dal Movimento nonviolento e dall’associazione Un ponte per
                                                                       (da qui)









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